Flottatore

Cosa è il flottaggio?

I processi di trattamento delle acque reflue constano di una serie di passaggi e di interventi successivi che eliminano gli inquinanti progressivamente, iniziando dalle particelle solide più grandi per finire a quelle disciolte nella soluzione. Per rimuovere i solidi in sospensione, in particolare, è necessario adottare delle tecnologie non invasive che permettano la risalita in superficie dei vari componenti, onde poterne permettere la rimozione attraverso l’impiego di strumenti meccanici. I campi di applicazione della flottazione o flottaggio sono molteplici e si rivolgono soprattutto all’industria della carta, ma anche ai vari comparti del settore alimentare, che impiegano olii e grassi altrimenti difficilmente rimuovibili.

Funzionamento di un flottatore

Esistono varie dinamiche di flottaggio: flottazione naturale, indotta, ottenuta con l’ausilio di schiuma o impiegando aria o gas disciolti. Questa ultima tecnologia trova largo utilizzo nel trattamento delle acque reflue. All’interno di un flottatore, infatti, viene insufflata aria ed alcuni reagenti chimici nel liquido da depurare: ciò permette ai componenti aerofili, ovvero capaci di legarsi con i gas disciolti, di risalire verso l’alto; al contrario, le sostanze idrofile precipitano, permettendone la separazione. Nel processo, l’immissione di aria avviene con una pressione di circa 5 bar poiché ciò ne facilita lo scioglimento in acqua; la differenza di pressione con quella atmosferica permette la formazione di bollicine di gas alle quali sono legate sostanze sospese e fiocchi di inquinanti, come grassi o idrocarburi.

Nuovi modelli di flottatore

Obiettivo di un buon flottatore non è solo quello di garantire elevate prestazioni in termini di qualità dell’acqua trattata, ma anche il poter permettere un abbattimento dei tempi di chiarificazione e la produzione di una sempre minore mole di fanghi che saranno destinati a neutralizzazione e smaltimento. Un flottatore di ultima generazione permette tutto ciò: rispetto al tempo di permanenza in un chiarificatore tradizionale, ammontante da una a quattro ore, i moderni impianti necessitano di un tempo compreso tra i tre ed i sei minuti, permettendo una separazione veloce e continua.